
La processione degli Incappucciati è tornata a far parte dei Riti della Settimana Santa solo di recente, tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, quando fu proposta dal Priore De Rosa ed accolta in modo favorevole dal Consiglio Direttivo, affinché l'uscita notturna della Banda "Fedele Fenaroli" fosse affiancata da una processione di soli Confratelli con le torce; il tutto non voleva essere un elemento esplicitamente scenografico poiché questo corteo realizza un duplice scopo: il pio esercizio di visitare i Santi Sepolcri nelle chiese, situate lungo il percorso della teoria, in cui è esposto Gesù Sacramentato a ricordo dell'ultima cena di Nostro Signore Gesù Cristo e, soprattutto, la memoria del doloroso cammino del Signore mentre era condotto dinanzi al Sinedrio.
Questo cammino di sofferenza si identifica in un unico simbolo rievocativo, simbolo rappresentato dalla pesante Croce portata sulle spalle da un Confratello incappucciato e scalzo, il Cireneo, di cui nessuno conosce l'identità, eccetto il Priore.
È la sera dell'ultima cena, la sera del tradimento nei confronti del figlio di Dio; è per questo motivo che i Confratelli procedono in corteo incappucciati, vivendo nell'intimo della propria anima un atto di penitenza per essersi macchiati di una simile colpa.
La consuetudine di sottrarsi ad un inutile atto di riconoscimento pubblico è radicata nell’Arciconfraternita fin dalla sua fondazione, quando i confratelli occultavano le loro identità per inumare i cadaveri delle persone insepolte o per compiere opere pie.
- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione.
- Foto tratte dal sito "Arciconfraternita Morte e Orazione".
- Foto tratte dal sito "Arciconfraternita Morte e Orazione".