CONFRATERNITA DEI SANTI SIMONE E GIUDA TADDEO E DI MARIA SS. DELLA CONSOLAZIONE

Nel 1439 viveva a Venezia un sacerdote che secondo la tradizione era di Lanciano. Si chiamava Jacopo Di Clemente e celebrava i Divini Uffici nella chiesa di S. Simone.
Non sappiamo se per amore verso la sua terra natale, oppure per pietà religiosa, asportò dal corpo benedetto di S. Simone Apostolo, custodito nella sua chiesa, il capo e un braccio. Portò via anche un femore dell' apostolo Giuda Taddeo e altre insigni reliquie, che vennero trasferite tutte a Lanciano, nella chiesa dei Padri Eremitani di S. Agostino, che depositarono il sacro patrimonio nella cappella della stessa chiesa.
Era il 1439 e proprio allora fu istituita la Confraternita dei Santi Apostoli Simone e Giuda e di Maria Santissima della Consolazione.
Alla mutilazione del corpo di S. Simone non volle rassegnarsi don Giorgio Paolo, il Piovano della chiesa omonima di Venezia, che per recuperare le reliquie chiese l' intervento del Doge Francesco Foscari.
Proprio Foscari, riconoscendo che l' istanza interessava tutta la cittadinanza, inviò due lettere durissime: una al vescovo di Chieti Giovanni Battista De Bruna e l' altra all' Università di Lanciano, per chiedere l' immediata restituzione delle reliquie.
Le lettere, tuttora conservate nell' Archivio provinciale di Chieti, furono scritte in latino su due pergamene con il monogramma del Doge, il sigillo, la bolla in piombo, l' impronta di S. Marco in abito vescovile nell' atto di porgere la bandiera al Doge, e la seguente dicitura:
"Franciscus Foscari, D.G. Dux Venetiarum e c. Anno 1439, die mensis septembris ind. 3".
La lapide, che si trova in uno dei muri laterali della Confraternita, è appunto copia autentica di una delle lettere del Doge.
Alla intimazione di Foscari, l' Università di Lanciano rispose che le reliquie le erano costate molto denaro, per cui di restituirle non se ne parlava assolutamente. Il Doge però non si arrese, per cui all' Università di Lanciano non restò altro da fare che chiedere l' appoggio del Re di Napoli, il quale fece sapere a Venezia che le reliquie erano ormai sotto la sua protezione.
Ma Foscari si infuriò ancora di più e l' anno dopo armò alcune galee e le diresse nel porto di S. Vito, affinchè da lì le armate potessero marciare contro Lanciano. Per un equivoco però, le navi veneziane fecero confusione e approdarono a S. Vito nelle Puglie e la saccheggiarono.
Così le reliquie rimasero a Lanciano dove, ancora oggi, sono venerate e custodite dalla Confraternita dei Santi Simone e Giuda Taddeo e di Maria SS. della Consolazione.
Questa Confraternita detiene la statua di S. Giovanni apostolo durante il rito dell' "Incontro dei Santi" che si tiene a Lanciano la mattina della Domenica di Pasqua.
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- Testo e foto tratti dall' opuscolo "Le confraternite: testimoni di Gesù Risorto e speranza nel mondo", Lanciano 2006, realizzato in occasione del XVI Cammino di Fraternità delle Confraternite delle Diocesi d' Italia.
Esprimo la mia doverosa e sentita riconoscenza all' Arciconfraternita della Morte e Orazione, dal cui sito internet ho attinto il presente materiale fotografico e le note sulla Settimana Santa di Lanciano.